Migrare vuole e deve essere inteso solo come azione motoria, positiva e priva di barriere. Nessuno può impedire ad alcun essere vivente di potersi muovere con rispetto nel proprio pianeta.
Il termine deriva dall’arabo migramah (frangia per guarnizione).
Questo tipo di ricamo, completamente manuale, venne importato dai marinai liguri che dalle colonie oltremarine approdavano al porto di Genova o in qualche altro scalo della Liguria, integrando alle loro tradizioni quelle delle culture delle colonie.
Il titolo del progetto si ricollega all’etimologia araba, la quale ricorda nella sua fonetica la parola migrazione. Negli ultimi decenni si è assistito a flussi migratori dall’Africa e dal Medio Oriente verso l’Europa e in particolare verso l’Italia meridionale.
Migramah è quindi un nodo prima di tutto culturale, un intreccio, un ponte metaforico tra culture, quelle del bacino mediterraneo, integrate già prima che le istituzioni volgessero il focus sulla questione.
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